Spesso si parla di autocontrollo come di un concetto astratto, quasi fosse una qualità impalpabile, una delle tante che contribuiscono a definire i nostri tratti personali. In realtà, l’autocontrollo è tutt’altro che un’idea vaga, ma occupa un’area fisica ben precisa nel nostro cervello, situata proprio dietro la fronte, nella cosiddetta corteccia prefrontale.

Ed è proprio lei la responsabile di alcune delle nostre funzioni cognitive più complesse. Come ad esempio:
- La capacità di prendere decisioni ponderate
- Il controllo degli impulsi, ovvero l’autocontrollo
- Lo sviluppo e la regolazione della personalità
- La pianificazione delle azioni future
- Il coordinamento tra pensieri e comportamenti
Questa zona del cervello ci aiuta, quindi, a gestire con maggiore consapevolezza e disciplina le nostre scelte e i nostri impulsi.
La corteccia prefrontale è praticamente il “CEO” del nostro cervello. Riceve input da tutte le altre aree, li mette insieme e ci aiuta a mantenere il controllo su pensieri e comportamenti. Insomma, è lei che ci impedisce di mangiare tutto il barattolo di gelato o di rispondere male a quel collega fastidioso! Le sue funzioni sono così tante che potremmo parlarne per giorni — e magari lo faremo! Ma oggi ci concentremo su un aspetto meno simpatico: ovvero cosa succede quando non funziona a dovere, portandoci a un fenomeno noto come “ipofrontalità“.
Cos’è l’ipofrontalità?
In poche parole, è quando il “CEO” della nostra testa decide di prendersi una pausa (e no, non una meritata vacanza). L’ipofrontalità si verifica quando la corteccia prefrontale rallenta il suo lavoro, portando a una serie di piccoli “disfunzioni” che ci fanno perdere la nostra solita lucidità, facendoci reagire in modo impulsivo e meno riflessivo.
Vediamo qualche sintomo:
- Difficoltà nel tenere a bada gli impulsi (Come quando ti viene voglia di andare su ⚫🟠 mentre dovresti fare altro)
- Problemi di attenzione (come quando cerchi di lavorare ma finisci a guardare video di gattini 🐈🐈⬛)
- Difficoltà a prendere decisioni o risolvere problemi (anche solo scegliere cosa ordinare per cena o che serie tv guardare diventa un’impresa)
- Comportamenti socialmente inappropriati (come quella battuta che non avresti dovuto fare)
- Mancanza di motivazione e iniziativa (mai sentita la combo Netflix+divano?)

E da cosa può essere causata questa condizione? Ecco qualche esempio:
- Danni alla corteccia prefrontale, magari a causa di un trauma, ictus o tumore
- Malattie neurodegenerative come la demenza frontotemporale
- Disturbi del neurosviluppo, come l’ADHD
- L’abuso di sostanze o stimoli che mandano fuori fase la corteccia prefrontale (sì, anche quelle serate a base di binge-watching e poco sonno)
Ed eccoci al vero protagonista di questo discorso: non solo le sostanze, ma anche certi stimoli possono danneggiare la corteccia prefrontale e mandare in tilt il nostro autocontrollo, la pornografia non fa eccezione. L’ipofrontalità è stata infatti collegata a comportamenti di dipendenza, poiché la corteccia prefrontale perde il controllo su altre aree del cervello che lavorano con il famigerato “meccanismo di ricompensa”. Come spiegato nel nostro articolo “Va beh, tanto ormai”, questo porta a una riduzione della capacità di prendere decisioni ponderate e di gestire gli impulsi.
Alcuni studi hanno evidenziato proprio questo legame tra ipofrontalità e consumo di pornografia:
- Uno studio del 2014 ha rilevato una minore attivazione della corteccia prefrontale nei consumatori abituali di pornografia quando venivano mostrate immagini non sessuali. [1]
- Un altro studio del 2016 ha scoperto che i consumatori frequenti di pornografia avevano un volume inferiore di materia grigia nella corteccia prefrontale rispetto a chi la consumava occasionalmente. [2]
- Lo studio del 2017 ha evidenziato che i consumatori di pornografia con problemi comportamentali o mentali legati al suo uso mostrano una ridotta connettività tra la corteccia prefrontale e altre aree cerebrali coinvolte nella motivazione e nel meccanismo di ricompensa. [3]
- Infine, una meta-analisi del 2019 ha confermato alterazioni significative nella struttura e nella funzione della corteccia prefrontale nei consumatori problematici di pornografia. [4]

I ricercatori hanno ipotizzato due possibili meccanismi attraverso i quali l’uso di pornografia potrebbe portare all’ipofrontalità:
Modello di dipendenza: La pornografia attiva il sistema di ricompensa del cervello, come fanno altre dipendenze. Se una persona guarda spesso contenuti pornografici, il cervello può essere troppo stimolato, e questo può rendere più difficile controllarsi. [5]
Modello dell’eccitazione sessuale: L’eccitazione causata dalla pornografia può temporaneamente ridurre l’attività della corteccia prefrontale, mentre aumenta quella del sistema limbico (che gestisce emozioni e impulsi). Col tempo, questo sbilanciamento potrebbe rendere più difficile mantenere il controllo. [6]
Sebbene ci sia ancora molto da scoprire, le ricerche attuali indicano che il consumo di pornografia può effettivamente alterare la struttura e la funzione della corteccia prefrontale. Questo potrebbe portare a una minore capacità di controllare gli impulsi e prendere decisioni, rendendoci sempre più impulsivi e… molto meno razionali.
Bibliografia
[1] Kuhn, S., & Gallinat, J. (2014). Brain structure and functional connectivity associated with pornography consumption. JAMA Psychiatry, 71(7), 827-834.
[2] Kühn, S., & Gallinat, J. (2016). Neurobiological basis of hypersexuality. International Review of Neurobiology, 129, 67-83.
[3] Brand, M., Snagowski, J., Laier, C., & Maderwald, S. (2016). Ventral striatum activity when watching preferred pornographic pictures is correlated with symptoms of Internet pornography addiction. NeuroImage, 129, 224-232.
[4] Gola, M., Wordecha, M., Sescousse, G., Lew-Starowicz, M., Kossowski, B., Wypych, M., … & Marchewka, A. (2017). Can pornography be addictive? An fMRI study of men seeking treatment for problematic pornography use. Neuropsychopharmacology, 42(10), 2021-2031.
[5] Volkow, N. D., Koob, G. F., & McLellan, A. T. (2016). Neurobiologic advances from the brain disease model of addiction. New England Journal of Medicine, 374(4), 363-371.
[6] Prause, N., Steele, V. R., Staley, C., Sabatinelli, D., & Hajcak, G. (2015). Modulation of late positive potentials by sexual images in problem users and controls inconsistent with “porn addiction”. Biological Psychology, 109, 192-199.