Uomo triste perché ha mangiato troppo

Va beh, tanto ormai…


Chi non ha mai ceduto alla tentazione di uno spuntino proibito durante una dieta? E chi, subito dopo, non ha pensato: “Beh, ormai ho sgarrato…tanto vale mangiare anche quella fetta di torta, i biscotti e già che ci siamo svuotiamo pure il frigo!”? C’è a chi è successo e chi mente 😜

Ma perché ci comportiamo così? Da questa domanda nasce questo articolo, pronto a svelare i misteriosi meccanismi che ci trasformano da disciplinati a ribelli del “tanto ormai”.

Gli psicologi lo chiamano l’effetto “what-the-hell” – letteralmente, l’effetto “al diavolo tutto”. È quel momento in cui il nostro cervello decide che le regole, i limiti e le buone intenzioni sono un concetto sopravvalutato. E la cosa interessante? Non capita solo con la dieta! Questo strano meccanismo si manifesta in molte altre situazioni, come quando promettiamo di limitare le spese online e finiamo per acquistare l’intero catalogo di offerte lampo.

La mente adotta un pensiero semplice, ma devastante: “ormai ho sbagliato, tanto vale continuare!”. E così, eccoci intrappolati in un loop dove l’errore non si ferma ma prende velocità, come una palla di neve giù per una montagna. E più rotola, più diventa grande.

Il bello è che questo schema mentale non è casuale. Si basa su dinamiche neuroscientifiche molto precise. Ed è lo stesso che troviamo in comportamenti ripetitivi, come il consumo compulsivo di materiale pornografico. Perché sì, che si tratti di divorare una torta 🍰 o di cedere a un piccante stimolo digitale 🌶️, il nostro cervello usa meccanismi sorprendentemente simili.

Ma cosa succede dietro le quinte, nella nostra testa?

Quando si parla di consumo compulsivo di materiale pornografico, il cervello sfodera un set di processi analogo a quelli delle dipendenze vere e proprie. Ecco il dietro le quinte del grande spettacolo neuronale:

  1. La festa della dopamina
    Ogni volta che guardiamo materiale pornografico, il nostro cervello accende il sistema di ricompensa, rilasciando dopamina come se stessimo vincendo alla lotteria. Le aree del piacere – il nucleo accumbens e l’area tegmentale ventrale – si illuminano come un albero di Natale. Risultato? Una sensazione super gratificante che ci spinge a volerne ancora. E ancora. E ancora.

  2. L’attenzione si restringe, il resto sparisce
    Durante la visione, il cervello entra in modalità restringimento cognitivo (narrowing): tutto ciò che non è stimolo erotico viene tagliato fuori. Colpe? Preoccupazioni? Pff, roba noiosa! Il problema? Appena lo schermo si spegne, il cervello smette di proteggerti e arrivano tutti insieme: vergogna, senso di colpa e il classico “ma perché l’ho fatto di nuovo?”.

  3. Emozioni in tilt
    Spesso, il consumo compulsivo nasce per gestire emozioni negative. Stress, ansia, solitudine? “Ci pensa la pornografia!” dice il cervello. Come approfondito nel nostro articolo “5 motivi per cui si consuma pornografia”, questa strategia non funziona: invece di risolvere i problemi, li amplifica. È come buttare benzina sul fuoco e sperare che si spenga da solo.

  4. L’effetto “o tutto o niente
    Qui entra in scena il pensiero dicotomico, ovvero il famoso “o tutto o niente”. Un errore piccolo diventa una scusa perfetta per andare in all-in come il più accanito giocatore di poker. “Ormai ho iniziato, tanto vale continuare fino all’alba!” E la capacità di fermarsi? Adios…

  5. Una fame che non passa
    Con il tempo, si sviluppa una “fame” sempre maggiore di stimoli pornografici, un bisogno spasmodico di fruirne anche in assenza di un reale desiderio fisiologico, guidato solo dalla ricerca del piacere e del sollievo emotivo momentaneo.

Abbiamo quindi visto come il consumo ripetuto di pornografia non è solo una questione di comportamento, ma coinvolge profondamente i meccanismi neurologici e psicologici. Questa dinamica non solo influisce sul comportamento in sé, ma può avere un impatto negativo anche sulla vita quotidiana, dalle relazioni personali al benessere emotivo generale. Il senso di colpa e la vergogna che spesso accompagnano questo consumo non fanno che alimentare ulteriormente il circolo vizioso del “tutto o niente”.

Per spezzare questa spirale, è fondamentale un approccio multidimensionale. Il primo passo è acquisire consapevolezza del problema, riconoscendo i segnali di un consumo problematico e comprendendo le dinamiche che lo sostengono. A questa presa di coscienza deve seguire l’adozione di strategie di gestione delle emozioni più funzionali: imparare a regolare lo stress, affrontare l’ansia o la solitudine in modi più sani.

In alcuni casi, il supporto psicologico può essere cruciale. Un professionista può aiutare non solo a comprendere le radici del comportamento, ma anche a sviluppare un piano concreto per modificarlo.

Infine, è importante sottolineare che uscire da questa spirale è un processo che richiede tempo e pazienza. Non è un percorso lineare, ma ogni passo, anche piccolo, verso un maggiore controllo e benessere emotivo rappresenta una vittoria. Con gli strumenti giusti e il giusto supporto, è possibile riprendere in mano il proprio equilibrio psicologico e vivere una vita più soddisfacente e libera


Bibliografia

Kühn, S., & Gallinat, J. (2014). Brain structure and functional connectivity associated with pornography consumption: the brain on porn. JAMA psychiatry, 71(7), 827-834.

Love, T., Laier, C., Brand, M., Hatch, L., & Hajela, R. (2015). Neuroscience of internet pornography addiction: a review and update. Behavioral sciences, 5(3), 388-433.

Hilton, D. L. (2013). Pornography addiction-a supranormal stimulus considered in the context of neuroplasticity. Socioaffective neuroscience & psychology, 3(1), 20767.

Doidge, N. (2007). The brain that changes itself: Stories of personal triumph from the frontiers of brain science. Penguin.

Banca, P., Morris, L. S., Mitchell, S., Harrison, N. A., Potenza, M. N., & Voon, V. (2016). Novelty, conditioning and attentional bias to sexual rewards. Journal of psychiatric research, 72, 91-101.

Laier, C., & Brand, M. (2014). Empirical evidence and theoretical considerations on factors contributing to cybersex addiction from a cognitive-behavioral view. Sexual Addiction & Compulsivity, 21(4), 305-321.

Schiebener, J., Laier, C., & Brand, M. (2015). Getting stuck with pornography? Overuse or neglect of cybersex cues in a multitasking situation is related to symptoms of cybersex addiction. Journal of behavioral addictions, 4(1), 14-21.

Wéry, A., & Billieux, J. (2017). Problematic cybersex: Conceptualization, assessment, and treatment. Addictive behaviors, 64, 238-246.

Davis, R. A. (2001). A cognitive-behavioral model of pathological Internet use. Computers in human behavior, 17(2), 187-195.

Kalman, T. P. (2008). Clinical encounters with Internet pornography. Journal of the American Academy of Psychoanalysis and Dynamic Psychiatry, 36(4), 593-618.

Brand, M., Young, K. S., Laier, C., Wölfling, K., & Potenza, M. N. (2016). Integrating psychological and neurobiological considerations regarding the development and maintenance of specific Internet-use disorders: An Interaction of Person-Affect-Cognition-Execution (I-PACE) model. Neuroscience & Biobehavioral Reviews, 71, 252-266.

Kraus, S. W., Voon, V., & Potenza, M. N. (2016). Should compulsive sexual behavior be considered an addiction?. Addiction, 111(12), 2097-2106.

Gola, M., Wordecha, M., Sescousse, G., Lew-Starowicz, M., Kossowski, B., Wypych, M., … & Marchewka, A. (2017). Can pornography be addictive? An fMRI study of men seeking treatment for problematic pornography use. Neuropsychopharmacology, 42(10), 2021-2031.

Voon, V., Mole, T. B., Banca, P., Porter, L., Morris, L., Mitchell, S., … & Irvine, M. (2014). Neural correlates of sexual cue reactivity in individuals with and without compulsive sexual behaviours. PloS one, 9(7), e102419.

Gola, M., & Potenza, M. N. (2016). Paroxetine treatment of problematic pornography use: a case series. Journal of behavioral addictions, 5(3), 529-532.

Sniewski, L., Farvid, P., & Carter, P. (2018). The assessment and treatment of adult heterosexual men with self-perceived problematic pornography use: A review. Addictive behaviors, 77, 217-224.

Twohig, M. P., & Crosby, J. M. (2010). Acceptance and commitment therapy as a treatment for problematic internet pornography viewing. Behavior Therapy, 41(3), 285-295.

Leggi altri articoli